La forte potenza evocativa che promana dalle Corsie Sistine, nelle quali è ancora palpabile l’antica funzione di accoglienza e di cura per le quali sono state edificate, la rende il luogo perfetto per ospitarvi la serie di novantanove grandi tele realizzate tra il 2015 e il 2016 da Piero Pizzi Cannella.

LE MIGRANTI
PIERO PIZZI CANNELLA

Dall’11.04.2024 al 27.04.2024
Roma – Corsie Sistine – Borgo Santo Spirito, 1

 

PIERO PIZZI CANNELLA

PIERO PIZZI CANNELLA

Piero Pizzi Cannella nasce nel 1955 a Rocca di Papa (RM).
Dal 1975 frequenta il corso di pittura di Alberto Ziveri presso l’Accademia di Belle Arti di Roma e contemporaneamente si iscrive al corso di Filosofia all’Università La Sapienza. Tiene la sua prima personale nel 1978, alla Galleria La Stanza di Roma. Nel 1982 stabilisce il suo studio nell’ex pastificio Cerere, nel quartiere di San Lorenzo, dando vita, insieme a Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio e Marco Tirelli, alla Scuola di San Lorenzo.
Dello stesso anno è la sua prima personale presso la Galleria L’Attico di Fabio Sargentini a Roma (galleria con la quale collabora tuttora). Seguono nella stessa stagione (1984-1985) le personali di New York (Annina Nosei Gallery), quella di Berlino (Folker Skulima Galerie) e, nell’anno successivo, quella alla Galleria Triebold di Basilea (galleria con la quale lavorerà fino al 2002).
Tiene, inoltre, negli anni, diverse mostre personali in Gallerie private in Italia e all’estero: Galleria Cannaviello di Milano (1987, 1990, 1991, 1996); Galleria Vidal-Saint Phalle di Parigi (1990, 1993, 1997, 1999, 2004, 2008, 2014); Galleria Bagnai di Siena e Firenze (1991, 1994, 1997, 1999, 2002, 2006, 2010, 2013); Galleria Di Meo di Parigi (1993, 1997, 2006); Otto Gallery di Bologna (1998, 2000, 2004, 2008, 2013); Galleria Volume di Roma (2000); Galleria Lo Scudo di Verona (2003); Galleria Bibo’s Place di Todi (2016) e di Roma; Fondazione Pastificio Cerere di Roma (2016); Galleria Mucciaccia di Roma (2012, 2019); Singapore alla Partners & Mucciaccia Gallery (2014) e nel 2018 nella sede londinese della Galleria.
Musei e spazi pubblici gli dedicano negli anni mostre personali: Porte d’Oriente, mostra itinerante in sedi museali dell’ex Jugoslavia (1989); Diari di guerra al Museo Civico di Gibellina (1991); Pizzi Cannella nella sede di Santa Maria della Scala di Siena (1997); Carte 1980-2001 al Museo Archeologico di Aosta (2001); Polittici al Castello Colonna-Centro Internazionale d’Arte Contemporanea di Genazzano (2003); Le Mappe del Mondo presso il Teatro India di Roma (2004);
Pizzi Cannella, sept ou huit chambres à l‘Hotel des Arts di Tolone (2004); Cattedrale al MACRO Testaccio di Roma (2006-2007); Chinatown. Invito al viaggio, mostra itinerante allestita presso le Pagliere del Complesso di Palazzo Pitti a Firenze (2010), nel 2011 alla Fondazione Mudima di Milano
e, successivamente, presso il Museo d’Arte Moderna di Saint-Étienne; Bon à tirer nella sede della Galleria d’Arte moderna di Udine (2011); Pizzi Cannella-Ceramiche presso il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza (2013); Pizzi Cannella, La Fontana Ferma. Fusioni in bronzo 1987-2013 nel
Complesso Monumentale, Carcere Borbonico di Avellino (2015); Pizzi Cannella all’Estorick Collection of Modern Art di Londra (2015); Pizzi Cannella-La Habana alla Biblioteca Nazionale Josè Martì de L’Avana (2015); Piero da Todi presso la Sala delle Pietre, Palazzi Comunali di Todi (2016); Salon de
Musique and other paintings nelle prestigiose stanze del Palazzo d’Inverno, Ermitage di San Pietroburgo (2017); Almanacco Napoli nella Cappella Palatina del Maschio Angioino di Napoli (2019). Prende parte a numerosi eventi ed esposizioni collettive. Sue opere sono esposte permanentemente in importanti collezioni pubbliche e private, tra le quali: Palazzo Reale di Milano, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Galleria d’Arte Moderna di Bologna, Museo Mumok di Vienna, Hotel des Arts di Tolone, Museo d’Arte Contemporanea di Pechino, MACRO di Roma, San Giorgio in Poggiale a Bologna, Biedermann Motech a Villingen-Schwenningen (Germania), al Museo d’Arte Moderna di Saint Etienne (Francia) e all’Ermitage di San Pietroburgo.

L’artista ha così raccontato il progetto: “Le opere che vorrei esporre nelle Corsie Sistine sono state eseguite nel 2015/2016. Non ritenevo allora di parlare di questo problema: le migrazioni non nascevano certo in quegli anni ma risalgono forse a migliaia di anni fa.
La mostra racconta; ogni dipinto è in fondo una presentazione e rappresentazione di un sentimento intimo, politico, religioso.
Il titolo della mostra è “Le Migranti” non perché sia un problema esclusivo femminile ma il sentimento mi piace considerarlo quasi una loro esclusiva. Siamo tutti migranti e le donne, le mamme, le spose, le figlie di più come la Vergine Maria fu per Gesù. È molto semplice! Dietro le tute da ginnastica bagnate e sporche in sacchi di plastica variopinti io credo che ogni migrante nasconda un vestito della festa, un vestito della memoria di un rito, di un sacramento per lei o per chi era più intimo. Tutto questo è il segreto il ricordo di una loro vita. Di una vita che un viaggio pericoloso potrebbe ricostruire un giorno, anche se qualcuno non sarà più con loro.

Le migranti sono una condizione internazionale non un fenomeno momentaneo, in
questa mostra ne ho raccolta qualcuna. Ognuna di loro ha come sottotitolo nel retro della tela piccoli brani raccolti in giornali o a voce nell’arco del tempo.” (Piero Pizzi Cannella)
A rafforzare l’idea del “viaggio” anche nel visitatore, le tele potrebbero essere appese a invisibili fili, che ne farebbero quasi delle quinte teatrali, attorno alle quali ciascuno può aggirarsi e lasciarsi suggestionare dalle possibili storie evocate. Questo perché per Pizzi Cannella non conta tanto lo spazio fisico, tanto quello mentale, nel quale ogni singolo elemento rimanda a suoni, emozioni e memorie che evocano l’avventura umana. Nelle quali le vesti sono quasi il residuo, il condensato di ciò che le persone si sono lasciate alle spalle fuggendo.
Gli abiti, disadorni o eleganti, trasparenti e leggeri o importanti ed elaborati, sono fatti di materia pittorica. A colpi di pennello la densa e preziosa materia si contrappone alle ampie zone scabre, lasciate volutamente nude.
Gli abiti di Pizzi Cannella sono, quindi, allusivi a delle storie possibili e immaginabili in modo diverso da ciascun spettatore o visitatore della mostra. Soprattutto adesso questo approccio sembra di grande attualità; nell’epoca in cui viviamo, nella quale il viaggiatore non è più solamente un pellegrino che arriva a Roma per scopi religiosi, ma è spesso anche un migrante che necessariamente deve lasciarsi alle spalle molto del proprio vissuto, è importante sollecitare spunti di riflessione anche con la poesia e l’arte.

Pizzi Cannella ama confrontarsi con ampi spazi. Tra gli ultimi allestimenti va ricordato quello nella Cappella Palatina del Maschio Angioino di Napoli (2019), nella quale una grande carta geografica dipinta su carta era stata posizionata sul pavimento, mentre una moltitudine di preziose opere su carta, erano appuntate alle pareti.

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